"Questa riforma abbatte la selva legislativa precedente -
afferma Massimo Stronati, -
riduce il numero di articoli da quasi 700 a 200 e introduce importanti novità
sul fronte della semplificazione che, se pienamente attuate, porterebbero a un
notevole alleggerimento del carico burocratico, senza far venire meno i
necessari controlli, anzi intensificando la vigilanza laddove necessario".
Tra i punti favorevoli del nuovo impianto normativo c'è "il miglioramento
del rapporto tra pubblico e privato. Bene la riduzione del numero delle
stazioni appaltanti che - dice Stronati - rende più agevole il lavoro del
committente e più semplice la vita delle imprese concorrenti grazie a regole
chiare e poco interpretabili che daranno vita a una selezione omogenea che da
un lato contrasterà i fenomeni distorsivi e dall'altro migliorerà la
competitività delle imprese". Resta ancora qualche punto da migliorare.
"Fissare una quota al subappalto che non può essere totale, altrimenti assisteremo
al paradosso di chi può aggiudicarsi un appalto senza aver partecipato alla
gara o addirittura avendola persa. Dalla riforma - conclude Stronati - ci
aspettiamo un miglioramento sui tempi di pagamento e anche una riflessione
sulla necessaria abrogazione definitiva della cosiddetta tassa sul cambio
d'appalto"