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Emergenza Covid-19: impatto delle misure restrittive per Confcooperative Lavoro e Servizi

Emergenza Covid-19: impatto delle misure restrittive per Confcooperative Lavoro e Servizi Pubblicato il n. 108 della collana Studi e Ricerche, del Centro studi di Fondo Sviluppo, la collana, come noto, raccoglie working papers di carattere statistico-economico ed intende promuovere analisi e riflessioni sul movimento cooperativo, anche con riferimento al Sistema Confcooperative.

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Nella nota si riportano le evidenze oggettive relative all’impatto delle misure previste dal governo (rif.: DM. 25 marzo 2020 e misure precedenti collegate), per fronteggiare l’emergenza epidemiologica in atto (Covid-19), tra le cooperative di produzione e lavoro che fanno riferimento alla federazione di settore di Confcooperative “Lavoro e Servizi”. Come noto, le misure prevedono, tra l’altro, la sospensione temporanea di molte delle attività produttive e l’identificazione (attraverso il codice Ateco) di quelle che, invece, resteranno attive perché giudicate di pubblica utilità o essenziali per il Paese.

La cooperazione di produzione e lavoro, attiva nell’ambito dei codici Ateco dell’industria (esclusa quella agroalimentare), delle costruzioni e dei servizi (esclusi quelli sociali e sanitari), rappresenta quasi 50% delle cooperative attive in Italia, oltre il 48% del totale degli occupati (più di 600mila unità con le società di capitali controllate) e quasi il 30% del totale del fatturato aggregato. In alcuni ambiti la cooperazione di produzione e lavoro ha un peso determinante, in grado di condizionare l’andamento delle filiere produttive. In particolare nella filiera “mobilità, trasporto e logistica” il contributo occupazionale della cooperazione supera il 22% del totale dell’occupazione privata della filiera.

Nel sistema “Confcooperative Lavoro e Servizi” la quota di cooperative di produzione e lavoro interessate dalla sospensione delle attività è pari al 35,6% del totale delle aderenti attive che fanno riferimento alla Federazione di settore.

Sul lato occupazionale la quota degli addetti delle imprese attive aderenti interessate dalla sospensione temporanea delle attività è pari al 27% del totale degli addetti delle imprese attive collocate nella Federazione di settore di Confcooperative. Per quanto riguarda il giro d’affari, si attesta al 29,2% del totale la quota di fatturato delle cooperative di produzione e lavoro aderenti e attive interessate dalla sospensione temporanea delle attività.

Tra le aderenti interessate dalla sospensione delle attività, da una parte, è più bassa, rispetto al totale delle aderenti della Federazione, l’incidenza di cooperative femminili (maggioranza soci donne); dall’altra, però, è più alta l’incidenza di addetti donne. Si segnala, inoltre, tra le aderenti soggette alle misure restrittive, un peso più elevato di addetti con contratto a tempo determinato.

A livello territoriale, l’impatto della sospensione temporanea delle attività ritenute non essenziali è più accentuato nel Nord-Est. In particolare, in questa ripartizione territoriale il 36,7% del totale dei lavoratori delle aderenti attive e il 42,4% del totale del fatturato fanno riferimento a imprese delle Federazione di settore interessate dalle restrizioni. Nell’ambito delle 14 città metropolitane istituite in Italia l’impatto delle restrizioni per la Federazione è meno rilevante rispetto alle altre province sia in termini di imprese, sia di occupati, sia di fatturato. Nell’ambito delle politiche di coesione la sospensione temporanea di alcune attività è più avvertita, sia in termini economici sia occupazionali, tra le cooperative localizzate nei Comuni di Aree Interne (le cosiddette aree deboli del Paese).

Con riferimento alla dimensione organizzativa di “Confcooperative Lavoro e Servizi” articolata per filiere, l’ambito che presenta la più alta incidenza sia di cooperative sia di addetti sia di fatturato interessati dalle misure restrittive è rappresentato dalla filiera “sostenibilità e ambiente”. Di fatto, oltre il 50% del totale degli addetti e oltre il 50% del totale del fatturato della filiera fanno riferimento a imprese coinvolte dalle restrizioni. Nella filiera “servizi manutenzioni e costruzioni” circa un addetto su tre è occupato in cooperative soggette a restrizioni dell’attività. La filiera “mobilità trasporto e logistica”, invece, è completamente operativa.

Nell’ambito della filiera “sostenibilità e ambiente”, nel comparto “ambiente e rifiuti (sanificazione)” solo il 12,4% degli addetti è interessato dalla sospensione attività. Nell’ambito della filiera “servizi manutenzioni e costruzioni” le misure restrittive sono imposte solo al 16% degli addetti del comparto del “facility” (rif.: articolazione per comparti delle tre filiere individuate dalla Federazione).

A livello dimensionale (parametri U.E. per le PMI) si segnala un peso più elevato di aderenti attive soggette a restrizioni delle attività tra le micro cooperative. In particolare il 41,2% delle aderenti attive di micro dimensione, cui corrisponde il 40,3% del totale degli occupati della classe dimensionale di riferimento e il 38% del totale del fatturato della micro dimensione d’impresa, è interessato dalla sospensione delle attività. Tuttavia, a fronte del 13% di grandi imprese interessate dalla misure restrittive, la quota di addetti coinvolti raggiunge il 31,8% del totale degli addetti occupati nelle grandi cooperative di lavoro e servizi aderenti.

Per quanto riguarda la sostenibilità economico-finanziaria, tra le aderenti di produzione e lavoro interessate dalla sospensione delle attività si segnala una maggiore fragilità rispetto al totale delle aderenti alla Federazione di settore. Di fatto, tra le PMI aderenti e attive che rientrano tra quelle potenzialmente ammissibili alle garanzie del Fondo Centrale di Garanzia (rif.: solo valutazione delle risultanze dal modulo economico finanziario), l’incidenza di quelle con sospensione attività aumenta tra le classi di “meritevolezza creditizia” peggiore. In particolare nella prima fascia (cooperative sicure) il peso delle PMI interessate dalle restrizioni è pari al 28,4% del totale delle aderenti attive nella stessa fascia. In seconda fascia (cooperative solvibili) l’incidenza si attesta al 31%. In terza fascia (cooperative vulnerabili) l’incidenza sale al 34,8%. In quarta fascia (cooperative rischiose) l’incidenza balza al 42,7% e, infine, in quinta fascia (rischio default) l’incidenza raggiunge il 59,3%.

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