Il governo cinese è al lavoro per riformare il suo enorme sistema di imprese statali nel tentativo di migliorarne l’efficienza, ridurre gli sprechi e attrarre gli investimenti. Accelerando l’implementazione della riforma, si permette alle SOE – State Owned Enterprise di aprirsi agli investimenti privati, anche di provenienza straniera. Le grandi SOE, che hanno da sempre detenuto il monopolio in settori di rilievo dell'economia cinese, potranno quindi costituire joint-venture con capitale proveniente da enti privati, anche esteri. Secondo fonti ufficiali, circa il 50% di esse si aprirà a forme di proprietà mista privata e pubblica.
Questo cambiamento delle governance e la possibilità per le aziende di proprietà statale di emettere titoli e di cedere quote di capitale, può costituire l’importante opportunità per le società internazionali di entrare in settori ed aziende, sia attraverso joint-venture che attraverso imprese individuali, prima altrimenti chiusi al capitale privato: l’operatore non cinese potrà diventare shareholder in una SOE, seppur non diventarne socio di maggioranza. In Cina operano più di 155.000 aziende di stato che occupano decine di milioni di persone in tutti i settori, alcuni dei quali però, come quello militare o della produzione elettrica, continueranno a rimanere esclusi dal programma, al contrario del ferroviario, aperto al capitale privato per la costruzione e la messa in opera di nuove tratte della rete locale. La riforma dovrebbe essere completata entro il 2020 e adattata a un'economia orientata al mercato.